In occasione della Giornata Mondiale della Poesia 2023 vi presentiamo qualche proposta dal nostro catalogo
Praticata da tutte le culture in ogni luogo e in ogni epoca, la poesia conserva e irradia poteri straordinari. Spesso certi versi riescono a fare breccia nel cuore del lettore anche se ci sono secoli a separare chi scrive da chi legge. Strumento di espressione emotiva e identitaria, linguaggio usato a volte per staccarsi dalla tradizione e altre per garantirsi un posto al suo interno, la poesia fa il dono del rinnovamento a chi la legge, e insieme possiede la capacità di rinnovarsi e crescere lei stessa in diversissime direzioni. Come una foresta varia e rigogliosa, con le sue radici contribuisce a connettere culture, tradizioni ed esseri umani. Per questo l'Unesco, quando nel 1999 ha deciso di dedicarle una giornata, ha scelto il 21 marzo, primo giorno di primavera.
"Disposta in parole, colorita di immagini, cristallizzata nella giusta metrica, la poesia ha un potere che non ha eguali. Ha il potere di strapparci di dosso la vita di tutti i giorni e il potere di ricordarci la bellezza che ci circonda e la capacità di resistere dello spirito umano."
Audrey Azoulay, Direttrice Generale dell'Unesco, in occasione della Giornata Mondiale della Poesia 2020.
Per celebrare la Giornata Mondiale della Poesia, vi offriamo alcuni suggerimenti di lettura a partire dal nostro catalogo. In biblioteca, poi, troverete anche tante altre proposte: dai libri dei poeti contemporanei ai grandi classici, dalle antologie su determinati temi alla critica letteraria e alle monografie sui principali scrittori italiani e stranieri.
Sulla poesia dialettale è pesato (e forse pesa ancora oggi) un pregiudizio, quello che la vuole una forma di scrittura legata alla cultura popolare più bassa. In realtà, gli studiosi concordano nel ritenere che si tratta di un'idea riduttiva: il dialetto, infatti, è prima di tutto un modo di esprimersi, che può essere scelto per una miriade di ragioni differenti. Guardando al nostro Novecento, vediamo come alcuni poeti hanno scelto il dialetto per avere una presa maggiore sulle cose circostanti, altri per esprimere senza filtri emozioni indefinibili, altri ancora per ribellarsi a una tradizione linguistica percepita come stantia. Il risultato è in molti casi eccellente e sono molti i poeti dialettali che guadagnano la stima dei critici più raffinati.
Per conoscere meglio la storia recente della poesia dialettale nostrana vi consigliamo Poesia dialettale del Novecento, la celebre antologia del 1952 curata da un giovanissimo Pier Paolo Pasolini insieme a Mario Dell'Arco, che potete trovare in Accademia nell'edizione Einaudi del 1995 con la prefazione di un altro celebre esperto di poesia in dialetto, Giovanni Tesio.
Se pensiamo all'editoria italiana in relazione alla poesia, probabilmente la prima immagine che ci viene in mente è una qualsiasi delle copertine dei volumi della Collezione di poesia Einaudi, quella che dai profani è chiamata "collana bianca". Si tratta di una sorta di miracolo editoriale: voluta nel 1964 dallo slavista Angelo Maria Ripellino, benedetta dal riconoscibilissimo progetto grafico di Bruno Munari (con lo zampino di Giulio Einaudi), dalla sua nascita ha venduto due milioni di copie, con una media di quarantamila l’anno. Si tratta di un grande successo, considerando che la poesia è considerata un genere scarsamente remunerativo. Le ragioni del successo, oltre alla riconoscibilità (dovuta sia alla persistenza del progetto grafico originale che alla continuità della sua direzione editoriale), è da ricercarsi anche nella scuderia dei suoi autori, che alle origini erano poeti di varia provenienza, tradotti da grandi scrittori come Fenoglio, Praz e Quasimodo, mentre oggi vanta i nomi di spicco della nostra poesia contemporanea.
In biblioteca potrete trovare diversi libri appartenenti a questa grande collana: dai classici, come l'Alcione di D'Annunzio, ai nuovi poeti imprescindibili, come il Michele Mari di Cento poesie d'amore a Ladyhawke, e anche antologie italiane e straniere, come la sesta antologia dei Nuovi poeti italiani o quella dei Nuovi poeti americani, tra cui troviamo nomi celebri quali quello della vincitrice del Premio Nobel Louise Glück.
A Rovigo ha sede una delle più importanti case editrici di poesia italiane, il Ponte del Sale. Nata nel 2003 grazie all'impegno del poeta e professore Marco Munaro, oggi vanta diverse collane e un catalogo di oltre cento titoli. Oltre a pubblicare le promesse della nuova poesia nostrana, raccolti nella collana "La porta delle lingue", si impegna anche per dare spazio alle opere di poeti stranieri più o meno noti, che all'estero hanno ricevuto vari riconoscimenti mentre in Italia continuano a rimanere inediti. Negli ultimi anni la casa editrice si sta impegnando anche a ripubblicare opere ormai quasi dimenticate o ancora sconosciute di grandi maestri oggi in ombra, quali Biagio Marin, Carlo della Corte e Diego Valeri.
Negli ultimi anni è stata avviata una nuova collana, L'arca del Polesine, nella quale potete trovare le Poesie del polesano d'adozione Eugenio Ferdinando Palmieri, giornalista, commediografo e critico letterario, che, attraverso la maschera del "remengo", racconta la Rovigo degli anni Trenta in dialetto rodigino.
Ibrido quasi inclassificabile, il romanzo in versi oggi viene visto da alcuni come una scelta ardita quasi estranea alla sensibilità dei moderni, mentre per altri è una delle forme di espressione più in linea con i nostri. Questo perché in un certo senso si fa erede dell'antichissima tradizione dei poemi in versi, che tra le maglie della gabbia metrica raccontavano pur sempre storie, ma allo stesso tempo, nell'epoca dello strapotere del romanzo, sembra distinguersi in un modo che, se non guarda esplicitamente al passato, gli conferisce almeno un'apparenza di diversità senza tempo. Si tratta di un genere in dialogo con altri linguaggi (non solo romanzo e poesia, ma anche teatro), che approfitta dei punti di forza di ciascuno – la frammentarietà, la descrizione lapidaria, le immagini vibranti e circoscritte, i silenzi suggestivi – per dire qualcosa di moderno.
Nella sezione dedicata ai Giovani Adulti del nostro catalogo ha dato poco trovato posto Poet X, il romanzo in versi di Elizabeth Acevedo, vero e proprio caso editoriale nato negli Stati Uniti. La storia è quella di una quindicenne afroamericana che proprio nella poesia troverà lo strumento di espressione essenziale per scoprire la propria identità e fare i conti con le piccole e grandi sfide che le pone il mondo che la circonda.
Per orientarsi in quello che ormai è diventato un vasto mare di produzione letteraria al lettore viene utile conoscere qualche titolo di buona critica letteraria. Ottimi ausili sono i saggi della casa editrice Il Mulino: chiari, precisi e pensati per offrire dei maneggevoli e succinti compendi di divulgazione sugli argomenti più svariati. In biblioteca trovate La poesia italiana del Novecento di Niva Lorenzini e La poesia contemporanea di Alberto Bertoni, professori di letteratura all'Università di Bologna che nei loro saggi sviscerano le tendenze del primo e del secondo Novecento sul versante della produzione italiana.
Un altro titolo interessante per spingersi oltre i confini nazionali è il saggio di Elisa Donzelli, Giorgio Caproni e gli altri, che, attraverso la figura di Caproni, trova il modo di parlare di altri grandi poeti europei con cui il poeta ha occasione di dialogare sia attraverso carteggio che per mezzo della sua produzione artistica.
Infine, vi consigliamo un titolo dalla collana degli Struzzi Einaudi, intitolato L'incanto fonico. L'arte di dire la poesia di Mariangela Gualtieri. In questo piccolo saggio, l'autrice riallaccia gli estremi di quel filo invisibile che lega la parola alla voce e alla fisicità del corpo, che danno vita alla poesia tramite l'interpretazione.
Alcuni suggerimenti di lettura dal nostro catalogo