Libri, saggi e storie che hanno ispirato alcuni dei film vincitori del premio per il miglior film
Marzo, quest'anno, è il mese dei Premi Oscar. Le celebri statuette vengono assegnate in diverse categorie — tra le quali miglior regia, miglior sceneggiatura, miglior attore e attrice, oltre che tutta una serie di categorie tecniche — ai migliori film usciti in sala nell'annata precedente, e l'occasione è una cerimonia molto attesa che riunisce attori, registi e altre celebrità al Dolby Theatre di Los Angeles. Quest'anno i Premi Oscar si sono tenuti nella notte tra il 10 e l'11 marzo ed erano dieci i film che si sono contesi il premio per il miglior film. Un fatto veramente curioso è che cinque tra questi film devono il loro soggetto a un libro.
La natura spesso derivativa del cinema è una caratteristica che si afferma prestissimo nella fisionomia del mezzo, e gli Oscar l'hanno riconosciuto molto tempo fa. Infatti è dal 1957 che viene assegnato l'Oscar alla migliore sceneggiatura non originale, per premiare l'autore di una sceneggiatura già pubblicata o adattata da varie fonti. In moltissimi casi si tratta di romanzi, saggi o testi teatrali, e guardando ai candidati degli ultimi anni quasi stupisce il numero di titoli che potrebbero riferirsi sia a un film che a un libro celebre. Quale delle due versioni sia meglio, però, in molti casi rimane una questione dibattuta.
Per rispondere all'annosa domanda "è meglio il libro o il film?", in biblioteca potete trovare una vetrina ricca di titoli da cui è stato adattato almeno un film candidato ai Premi Oscar. La scelta va dai classici, come Via col vento, a saggi e romanzi meno noti, come Il postino di Neruda di Antonio Skármeta, che ha ispirato Il postino, film del 1994 con Massimo Troisi. Qui, invece, vi presentiamo otto titoli di pellicole che hanno vinto l'Oscar per il miglior film abbinati agli otto libri che li hanno ispirati.
Buona lettura (e buona visione)!
Dal romanzo di Margaret Mitchell del 1936
Film del 1939 diretto da Victor Fleming
Vincitore del Miglior Film ai Premi Oscar 1940
Via col vento non ha certo bisogno di presentazioni: otto Premi Oscar vinti, in un'epoca in cui questa cifra sembrava un'impresa (l'edizione è la dodicesima), una produzione stellare e un'impatto sull'immaginario del cinema indelebile.
Il film viene riadattato a partire dal romanzo omonimo della scrittrice americana Margaret Mitchell, che ci lavora per dieci anni, lasciando l'impiego di giornalista per dedicarcisi a tempo pieno. Pubblicato nel 1936, con un verso suggestivo di una poesia di Ernest Dowson per titolo, diventa subito un bestseller e fa vincere alla sua autrice il Premio Pulitzer.
La trama è nota a tutti. Il film segue la vita di Rossella O'Hara, volitiva figlia di un proprietario terriero della Georgia, le cui vicende personali sono a spesso intralciate dal corso della Storia con la esse maiuscola, dalla guerra di secessione alle difficoltà della ricostruzione. Emblema di un amore grande e tormentato e affresco della storia americana, Via col vento rimane un classico intramontabile.
Dal romanzo di Karen Blixen del 1937
Film del 1985 diretto da Sydney Pollack
Vincitore del Miglior Film ai Premi Oscar 1986
La mia Africa è un altro film che ha fatto incetta di Oscar: nell'anno della sua partecipazione si è aggiudicato sette premi su un totale di undici candidature, tra le quali, oltre al miglior film, quello per la miglior regia e la miglior sceneggiatura non originale.
Il film segue di quasi cinquant'anni il libro omonimo di Karen Blixen, celebre scrittrice danese della prima metà del Novecento, che in questo memoir ripercorre i diciassette anni in cui ha vissuto in Kenya. Il libro, con uno stile lirico inconfondibile, racconta per episodi la vita di un'europea all'interno di una piantagione di caffè, affrontando in particolare il tema del colonialismo durante gli ultimi anni dell'impero britannico.
Al momento della realizzazione del film, però, gli sceneggiatori scelgono un'altra direzione. Infatti a passare in primo piano è la vita romantica della Blixen, qui interpretata da Meryl Streep, e di suo marito Bror von Blixen-Finecke, che ha il volto di Robert Redford. Così quello che nel libro è un personaggio quasi assente, si trasforma in un comprimario in un film che oggi viene ricordato tra le più epiche e drammatiche storie d'amore del cinema americano.
Dal romanzo di Thomas Harris del 1988
Film del 1991 diretto da Jonathan Demme
Vincitore del Miglior Film ai Premi Oscar 1992
Il silenzio degli innocenti ha fatto la storia del genere thriller, e anche degli Oscar. A oggi è il terzo e ultimo film a essere riuscito nell'impresa di vincere i Big Five, ossia l'Oscar nelle cinque categorie maggiori: miglior film, miglior regia (a Jonathan Demme), migliore sceneggiatura non originale, miglior attrice (a Jodie Foster) e miglior attore (a Anthony Hopkins, che compare solo per 24 minuti). Inoltre, a oggi, è considerato l'unico film appartenente al genere horror ad aver vinto il premio per il miglior film.
Il romanzo omonimo è il secondo libro di Thomas Harris — dopo Il delitto della terza luna — in cui compare Hannibal Lecter, psichiatra e serial killer cannibale che si è aggiudicato un posto d'onore tra i più spaventosi e crudeli personaggi di fantasia mai inventati.
La storia segue Clarice Starling, studentessa modello dell'accademia che forma i futuri agenti dell'FBI, alle prese con le indagini su una serie di omicidi scabrosi. Per entrare nella mente del sospettato, il profiler Jack Crawford manda Clarice a intervistare il dottor Hannibal Lecter, uomo tanto brillante quanto psicopatico, condannato a scontare i suoi nove ergastoli consecutivi in un manicomio criminale. Il resto è storia.
Dalla biografia scritta da Sylvia Nasar del 1998
Film del 2001 diretto da Ron Howard
Vincitore del Miglior Film ai Premi Oscar 2002
A beautiful mind ci introduce in un'epoca in cui i film non devono essere clamorosi per potersi aggiudicare i premi più ambiti. Nonostante riceva l'Oscar al miglior film e quello alla migliore regia e vanti solide performance attoriali, questo biopic lascia i critici abbastanza tiepidi: i giudizi, insomma, sono buoni, ma non entusiastici.
La storia raccontata è quella del genio della matematica John Nash, premio Nobel per l'economia nel 1994, e il soggetto è tratto dalla biografia di Sylvia Nasar, pubblicata in Italia con il titolo Il genio dei numeri.
Ron Howard, il regista, sceglie di focalizzarsi soprattutto sul rapporto tra genio e salute mentale, mostrandoci Nash alle prese con la sua carriera di matematico, ostacolato nella vita di tutti i giorni dalla paranoia e dai nemici immaginari che inventa la sua schizofrenia. Una storia spaventosa e affascinante, che sotto l'aspetto apparente da spy story ci mostra quella che in realtà è la lotta di un uomo contro se stesso.
Dal romanzo di Cormac McCarthy del 2005
Film del 2007 diretto dai fratelli Coen
Vincitore del Miglior Film ai Premi Oscar 2008
Non è un paese per vecchi è il primo e unico film dei fratelli Coen ad aver vinto il premio Oscar come miglior film, nonostante le numerose candidature ricevute dai loro altri lavori nel corso di più di trent'anni di carriera. Forse, però, il più memorabile tra i quattro premi vinti da questo film è quello per il miglior attore non protagonista, assegnato a Javier Bardem, che veste i panni del sicario Anton Chigurh. Memorabile perché, oltre all'interpretazione iconica, l'attore aveva quasi rifiutato il ruolo, perché estraneo alle sue corde: Bardem, infatti, non sapeva guidare, non parlava bene inglese e odia la violenza.
Il romanzo da cui viene tratto il film è stato scritto dal grande scrittore americano Cormac McCarthy, che originariamente aveva pensato a questa storia come a una sceneggiatura. Per questa ragione l'adattamento risulta molto fedele al libro, mentre quest'ultimo si colloca a una certa distanza da tutto quello che McCarthy aveva scritto fino a quel momento.
Il film, che viene definito una sorta di neo-western, racconta le storie intrecciate di tre personaggi: il veterano di guerra Llewelyn Moss, che incappa per caso nel tesoro di un regolamento di conti, l'enigmatico e implacabile sicario Anton Chigurh, che deve recuperare i soldi, e lo sceriffo Ed Tom Bell, che segue la scia di morti. Il risultato è una storia che parla dell'ineluttabilità del destino e del legame sfumato tra preda e predatore, magistralmente diretto e pieno di immagini indimenticabili.
Dall'autobiografia di Solomon Northup del 1853
Film del 2013 diretto da Steve McQueen
Vincitore del Miglior Film ai Premi Oscar 2014
12 anni schiavo non solo si è guadagnato tre premi all'edizione degli Oscar 2014, ma è stato incluso dai critici nella lista dei migliori film prodotti dopo il 2000. Ma i record infranti non finiscono qui: infatti il regista Steve McQueen, dopo aver ritirato l'Oscar al miglior film, è diventato il primo e l'unico uomo di colore ad aver diretto un film premiato con l'ambita statuetta.
Il film si ispira a un libro pubblicato a metà Ottocento negli Stati Uniti, in cui si racconta la vita di Solomon Northup, afroamericano nato libero venduto in schiavitù contro la sua volontà. Northup passò dodici anni della sua esistenza separato dalla famiglia dalla parte opposta degli Stati Uniti, finché finalmente non riuscì a mettersi in contatto con alcuni amici che lo davano per disperso e che si adoperarono per la sua liberazione.
Il film, ambientato poco prima della guerra civile, racconta attraverso una meticolosa ricostruzione storica la vicenda di Northup, che lotta per rimanere in vita, ma anche per mantenere la sua dignità di uomo all'interno di un sistema fatto di ingiustizia e disumanizzazione.
Dal libro d'inchiesta di Jessica Bruder del 2017
Film del 2020 diretto da Chloé Zhao
Vincitore del Miglior Film ai Premi Oscar 2021
Già vincitore del Leone d’Oro al Festival di Venezia del 2020, Nomadland, film della regista cinese Chloé Zhao, è riuscito ad aggiudicarsi anche tre Premi Oscar. Anche in questo caso il film rompe dei record: Zhao è la prima donna asiatica e la seconda donna in assoluto, dietro a Jane Campion, a vincere il premio come miglior regista. A colpire l'Academy e i critici è il suo stile registico marcato, che rappresenta in modo lirico e sospeso un'America fatta di spazi immensi e piccole tragedie quotidiane trattate come epopee bibliche.
Nomadland prende spunto non da un romanzo, ma da un'indagine, condotta e pubblicata dalla giornalista Jessica Bruder. Il fenomeno studiato in questo libro è quello dei nuovi nomadi, ossia ex-lavoratori e lavoratrici americani di una certa età che, a causa della crisi economica del 2008, si sono trovati disoccupati e hanno scelto di girare gli Stati Uniti in carovane di camper alla ricerca di lavori stagionali.
Il film si affida a un personaggio fittizio per raccontare le tante storie che sono descritte nell'opera di Bruder: si tratta di Fern, una donna di sessant'anni rimasta senza passato e condannata a non avere futuro, e spesso vincolata alla solidarietà di chi incontra sul suo cammino. Attorno a lei, però, Zhao riunisce tutta una serie di persone reali, i veri nomadi che ha incontrato anche la giornalista ai tempi della sua indagine, creando un'opera vera e commovente, che a tratti oscilla tra finzione e documentario.
Dalla biografia scritta da Kai Bird e Martin J. Sherwin del 2005
Film del 2023 diretto da Christopher Nolan
Vincitore del Miglior Film ai Premi Oscar 2024
Oppenheimer chiude la nostra selezione come vincitore in carica dei Premi Oscar. Durante l'ultima cerimonia ha fatto incetta di statuette, aggiudicandosi il premio per il miglior film, quello per la regia, due per la recitazione e tre premi tecnici. Il successo segue un'annata gloriosa, in cui il film — anche grazie alla competizione con Barbie, in sala nello stesso periodo — ha raccolto incassi per 960 milioni di dollari, diventando il biopic più remunerativo della storia del cinema.
Il film si ispira a Oppenheimer: trionfo e caduta dell'inventore della bomba atomica, biografia dello scienziato americano scritta da Kai Bird e Martin J. Sherwin. Il lavoro per produrre il libro costò agli autori venticinque anni tra ricerca e stesura, ma fece vincere loro il Premio Pulitzer. Il saggio arriva nelle mani del regista Christopher Nolan anche grazie all'attore Robert Pattinson, che sul set di Tenet gli aveva regalato una copia di un libro che raccoglie i discorsi di Oppenheimer.
Il film è un grandioso biopic sulla storia dell'inventore della bomba atomica e della sua creazione, raccontata attraverso gli interrogatori e i processi a cui Oppenheimer sarà sottoposto negli anni Cinquanta a causa delle sue simpatie comuniste. Nolan mostra un vero e proprio Prometeo moderno, che dopo aver lottato per creare una nuova forma di fuoco, insieme alla fama imperitura, si accorge di aver ricevuto su di sé anche il peso del rimorso per aver sconvolto per sempre la storia dell'umanità.
I titoli che hanno ispirato il grande cinema